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CHIESA PARROCCHIALE (1622-1843)

La chiesa, dedicata al vescovo e martire San Siro di Pavia, fu riedificata in otto anni dal 1622 al 1630, in sostituzione del sacro edificio preesistente (già intitolato al santo lombardo), antecedentemente ricostruito nel 1538 nel sito di un oratorio molto più antico che era divenuto parrocchiale prima del 1573.

La facciata, le cui forme attuali risalgono al 1843, è sobriamente composta con timpano triangolare, due lesene ai lati, un fregio a metope e triglifi, un portale in pietra con paraste e trabeazione. Internamente, sulle pareti nelle cappelle laterali, nel settore absidale ed in testa ai due settori verso i lati si conservano dipinti di varia qualità artistica e di epoche diverse, fra i quali uno (Madonna del Rosario) è datato 1631 e firmato da Agostino Stuchi o Steuco («Steucus») romano, visibile nella fastosa cappella laterale che fu fatta erigere in quell’anno dal marchese Geronimo Del Carretto. All’entrata della chiesa, sul lato sinistro, si trova una lapide del 1582, realizzata su disposizione testamentaria del marchese Tete Del Carretto, che ricorda il conte Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), famoso filosofo e cabalista d’epoca rinascimentale; testimonianza di relazioni anche intellettuali intrattenute dai Marchesi di Gorzegno.

Quasi tutto l’interno della chiesa è finemente decorato con una straordinaria composizione di fregi e figurazioni a rilievo in stucco, in particolare figure angeliche, opera di abili maestranze “luganesi”. La gente del luogo racconta che la chiesa nasconda un passaggio sotterraneo che porterebbe direttamente al castello.

 

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