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IL MULINO MARCHIONALE

Verso il corso del Bormida, adiacente all’altura del castello, sorge la struttura dell’antico mulino feudale. Travolta dall’alluvione del 1994, la costruzione è stata quasi distrutta.

Originariamente, sull’ingresso arcuato dell’edificio era inserita una lastra in pietra del 1569, con decorazioni in rilievo ed un’epigrafe incisa su squadrati cartigli in rilievo. L’opera lapidea è stata recuperata. Al centro, entro una grande circonferenza in rilievo, è ancor visibile lo stemma dei consignori marchesi Del Carretto combinato con l’aquila imperiale, circondato da un finto cartiglio e da motivi vegetali. La scritta incisa, secondo lo studioso Martina, così recita:
«Alexandri, Io[hannis], Alb[er]ti, et Tethe De Carreto Gorzegni d[omi]nor[um] tempore, facta fuit hæc molendini domus. 1569».

Il macchinario nel fabbricato cinquecentesco funzionava tramite una grossa ruota idraulica, azionata dallo scorrimento del corso d’acqua (“bialera”) che era alimentato dal fiume Bormida.
Anni dopo la devastazione alluvionale del 1994, nel 1999, l’antico mulino è stato ristrutturato.

N.20