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PIEVE DI S. GIOVANNI BATTISTA,

POI CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE

La prima citazione documentaria della pieve di S. Giovanni Battista risale al 1438, con la sua elencazione nel Registrum diocesano di quell’anno, come «Plebatus de Gorzegno ipsa Plebs».
In realtà le sue origini sono ancor più antiche, risalendo all’alto Medioevo (con le citazioni nei diplomi imperiali del luogo di «Gorgenio», «Corgenio» a favore della Diocesi di Vado/Savona tra il 998 ed il 1014) fino all’epoca romana, quale probabile sede di culto pagano in quel sito. A testimonianza di tale affermazione vanno segnalati due frammenti della lapide funeraria, commissionata da Veianus Tertio per sé, la madre e per il fratello Secundus, come attesta l’iscrizione
«V(ivus) f(ecit) / [-] Veianus C(ai) f(ilius) / Cam(ilia tribu) Tertius sibi et / [A]mantiæ M(arci) f(iliæ) / [—] +æ matri et / [- Veiani] o C(ai) f(ilio) Cam(ilia tribu) / Secundof[r(atri)]. / In fro(nte) [p(edes) —]. / in agr(o) p(edes) [—]. / H(oc) m(onumentum) h(eredem) h(eredem) [n(on) s(equetur)».

Tali frammenti lapidei (rinvenuti nel 1778), non combacianti, sono da ascrivere entro la prima metà del II secolo d. C. In alto e in basso della stele sono rappresentate due scene in bassorilievo, ambientate nell’officina di un fabbro e delimitanti la centrale iscrizione dedicatoria (l’attività del fabbro è così documentata anticamente in questa località). L’altra considerazione che conferma la precedente destinazione rituale e pagana del sito del sacro edificio è la stessa dedicazione della chiesa a San Giovanni Battista, sovente adottata con imposizione laddove si riscontrava la persistenza della frequentazione con fede pre-cristiana.


La fase medievale della pieve, oltre che dalla suddetta citazione del 1438 e da una lettera episcopale nell’anno seguente, è visivamente affermata da un settore strutturale del sacro edificio. Si tratta dell’antica facciata volta ad ovest, ancora compresa nell’assetto murario che includeva la parte iniziale della navata. Tale prospetto a capanna, trattato interamente in pietra locale a vista, è ripartito in tre campiture da due lesene angolari e da due centrali più larghe.
Tali campiture sono decorate nella parte terminale da pensili archetti ciechi. Centralmente si nota un’ampia apertura a pieno sesto tamponata, che costituiva l’ingresso principale della chiesa. Pertanto si tratta di un settore residuo dell’architettura romanica del XII secolo.
L’importanza della pieve di S. Giovanni Battista, sino ai primi decenni del Cinquecento, è attestata, oltre che dal suo ruolo di antica parrocchiale del luogo, dalle sue dipendenze (“tituli”) elencate nel già citato Registrum diocesano del 1438: «Ecclã S.ti Eusebij, et Laur.tis S.ti Geruasij de Pruneto [Prunetto] Ecclã de Leuice [Levice] Ecclã S.ti Georgij de La Niella [Niella Belbo] Ecclã de Monte Barcherio [Mombarcaro]». Una lettera del 1439 è spedita dal vescovo di
Alba, mons. Rembaudi, al marchese Lodovico Del Carretto affinché faccia restituire al pievano la biada sottratta da un terreno a Prunetto appartenente alla pieve di Gorzegno.


Nel corso del Cinquecento l’antica pieve (“plebs”) di S. Giovanni Battista recede dalle sue funzioni, anche parrocchiali. Tant’è che nell’atto del 1573 della visita pastorale del vescovo di Alba mons. Marino egli ordina di chiudere le porte della chiesa. Nella successiva visita apostolica nel 1577 del vescovo di Bergamo, mons. Regazzoni, il prelato dispone che «si conservi la parrocchiale vecchia di San Giovanni Battista ben coperta et ben serrata, et vi si celebri spesso per l’anime de’ defunti».
Una fase successiva di drastica trasformazione strutturale e di mutazione devozionale per il sacro edificio avviene nel 1774-1778. L’intitolazione cambia con l’adozione della dedicazione alla Madonna della Neve.


L’impianto plano-volumetrico della chiesa è ingrandito a tre navate, invertendo pure l’andamento dell’asse longitudinale con l’opposta posizione dell’altare, creando la nuova facciata volta ad est e tamponando quella preesistente rivolta ad ovest. Durante i lavori vengono rinvenuti, fra l’altro, i due frammenti d’età romana dei quali già s’è detto.
Pure nel corso dell’Ottocento e anche in seguito la borgata mantiene la denominazione ‘San Giovanni’, nella località Moglia. Nell’Indagine diocesana del 1869 il parroco di Gorzegno, don Giovanni Del Pero, così riferisce a proposito delle celebrazioni nella chiesa della Madonna della Neve: «Si dice varie volte la messa lungo l’anno anche nei giorni festivi e si fanno varie processioni». Non essendovi uno specifico patrono privato, lo stesso sacerdote indica che per il sacro edificio «si provvede colle limosine», ma precisando che non vi è cappellano assegnato e che tuttavia «si può fare sopra assegnamento per tutte le funzioni». Inoltre il parroco don Del Pero rende noto che per quella chiesa esiste «divozione speciale di tutto il paese».

N.28